
L’architettura trova spazio nel Metaverso
Sono sempre di più gli architetti che si stanno addentrando nel Metaverso.
Un territorio che appare ancora per certi versi sconosciuto ma che può riservare al tempo stesso numerose potenzialità.
Il Metaverso rappresenta uno dei protagonisti degli ultimi anni, tra enormi aspettative ma anche delusioni. Il termine compare per la prima volta nel 92 all’interno del romanzo di fantascienza Snow Crash di Neal Stephenson.
Nel racconto di Stephenson viene rappresentato coma una sfera nera gigantesca in cui ognuno può realizzare quello che vuole in tre dimensioni, visitabile dagli altri utenti.
Questo spazio virtuale condiviso in cui è possibile giocare ma anche lavorare e commerciare, è diventato terra di conquista per le società dell’high-tech e adesso sta interessando anche il mondo dell’architettura.
Nell’ambito dell’architettura internazionale, i primi studi ad avvicinarsi al Metaverso sono stati quelli che hanno lavorato fin da subito con la progettazione parametrica e il digitale.
I progetti di ZHA
Il primo progetto nel campo del Metaverso è targato Zaha Hadid Architects.
Il nome scelto è stato proprio “Architecting the Metaverse” e ha visto lo studio di Seul collaborare con il DDP Design Museum.
Si tratta di un progetto immersivo che, unendo arte e architettura, inizia a lavorare per restituire le intersezioni tra dati, intelligenza artificiale e architettura.
Il progetto è frutto della collaborazione con Mytaverse e ArchAgenda a.o. e prefigura una vera e propria città virtuale con accesso tramite piattaforma su cloud. I visitatori che accedono possono muoversi tra gli edifici progettati da ZHA e anche partecipare alla sua vita politica e sociale acquistando terreni o avviando attività commerciali.
L’attività dello studio britannico si allarga anche al mondo dei videogiochi.
Nel 2022 ha infatti collaborato con LightSpeed & Quantum Studio progettando nel mondo virtuale uno studio medico per PUBG Mobile.
L’architettura nel Metaverso rivolta al settore immobiliare
Un altro dei mercati che sta emergendo con l’avvento del Metaverso è quello rappresentato dall’immobiliare virtuale.
Coloro che hanno deciso di investire in questo settore stanno già spendendo milioni in NFT (token non fungibili), per acquistare proprietà virtuali. Un’indagine ha stimato il valore di mercato del Metaverso a 47,69 miliardi di dollari nel 2020, e prevede che raggiungerà un fatturato di 828,95 miliardi di dollari nel 2028.
Se restano ancora sconosciuti gli investimenti che sul lungo termine si riveleranno più fruttuosi su un aspetto non vi è alcun dubbio: il numero delle proprietà virtuali crescerà e questo potrebbe implicare con il tempo un punto di svolta per gli architetti e di conseguenza per tutto il settore che interessa l’architettura.
Oltre alle “case” e agli “uffici” privati, nel Metaverso ci saranno infatti anche spazi di intrattenimento: parchi di divertimento virtuali, teatri, cinema, gallerie d’arte, sale da concerto, centri commerciali, arene sportive, o qualsiasi altro spazio pubblico di aggregazione.
Le sfere del Metaverso non hanno i limiti del mondo reale come il tempo, il budget o lo spazio fisico e per questo motivo possono garantire ampio margine di movimento a tutti gli architetti più avventurosi che vogliono dare piena libertà alla loro fantasia. Questo fenomeno, a sua volta, potrebbe anche rinvigorire l’architettura tradizionale, portando ad un rinascimento architettonico futuristico.
Lo sviluppo tecnologico e le nostre esigenze in costante evoluzione continuano a ridefinire il ruolo dell’architettura e degli architetti nelle nostre vite. Il Metaverso è probabilmente uno dei progressi digitali più eccitanti di sempre e potrebbe portare a cambiamenti significativi nell’architettura.