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L'impatto dell'architettura sulla psicologia umana

L’impatto dell’architettura sulla psicologia umana

L’uomo e l’ambiente circostante hanno da sempre un rapporto di profonda interazione tra loro, in questo contesto, e assumendo che per ambiente non si intenda unicamente quello “naturale”, ma anche tutte quelle che sono le creazioni architettoniche che si inseriscono all’interno del paesaggio, la collaborazione tra lo psicologo e il progettista, tra architettura e psicologia, si rivela fondamentale per giungere alle più aggiornate scoperte neuroscientifiche in questo ambito.

Nella quotidianità del vivere umano, esso sperimenta una moltitudine di luoghi diversi per lo svolgimento delle proprie attività. Nello svolgimento di queste, molti non si soffermano sulle sensazioni che questi spazi producono, eppure ogni luogo influenza inevitabilmente in modo positivo o negativo la nostra psiche.

La psicologia dell’architettura

Questa disciplina, sperimentata nella prima volta negli anni ’50 in America, giunse successivamente anche nel vecchio continente.

Si tratta di uno studio multidisciplinare volto a porre le basi scientifiche dell’interazione tra le diverse caratteristiche dell’ambiente e le risposte emotive dei fruitori dello spazio, con l’obiettivo di direzionare i nuovi progetti verso le esigenze umane in materia architettonica.

Dal punto di vista sperimentale, le prime ricerche accademiche affrontarono gli effetti della ristrutturazione edile sul comportamento dei pazienti di un ospedale psichiatrico. Non molto tempo dopo gli studi si ampliarono agli ambienti lavorativi e residenziali.

Il rapporto tra luogo ed esperienza

I luoghi rappresentano una prospettiva molto importante nella costruzione dell’esperienza umana e della formazione della propria identità, esattamente come quanto esperito tramite le relazioni amicali e familiari. Muovendo la reciprocità di tale rapporto si rende possibile la trasformazione del pensiero razionale della figura professionale dell’architetto in un discorso affettivo, studiato attraverso l’attenta ricerca dello psicologo. L’architettura diventa un lavoro complesso già dalle prime fasi della progettazione e va organizzata seguendo l’interpretazione dello spazio in virtù dell’utilizzo della teoria dei colori, della prossemica e dell’influenza di fattori biologici. Semplificando è possibile affermare che l’armonia con un ambiente è dato da vari aspetti che possono essere descritti attraverso alcuni principi:

  1. Funzionalità e usabilità;
  2. Gradevolezza;
  3. Modalità con cui l’individuo affronta le sue esperienze vivendo l’ambiente costruito.

Come in passato, questi studi neuroscientifici dimostrano di essere avanzati negli USA più che in altri stati, in particolare presso l’Accademia delle Neuroscienze per l’Architettura di San Diego, dove ancora si studiano le reazioni del sistema nervoso rispetto agli stimoli architettonici dell’ambiente, ricercando le dinamiche che possono influenzare la salute e il benessere delle persone. L’approccio applicato per avvalorare i dati della ricerca si è concentrato principalmente sull’applicazione di spazi oggetto di malessere ambientale e il coinvolgimento dimostrato dalle persone durante le attività di loro svolgimento. L’osservazione di questi fenomeni ha portato alla considerazione che il rapporto tra lo spazio, l’individuo e le sue attività, contribuisce definitivamente a descrivere la qualità delle esperienze, mostrando anche gli effetti di sensazioni di benessere o malessere esperiti dall’emotività individuale.

L’ambiente e le emozioni umane

Parallelamente, studi di visualizzazione celebrale, hanno dimostrato che le emozioni sono frutto di stati somatici, elettrici e chimici precedenti alla consapevolezza dei sentimenti. In questo caso, ad opera pre-cognitiva tutti gli stimoli esterni, compresi quelli ambientali e architettonici, si rivelano fondamentali nella formazioni di tali stati somatici più o meno consciamente nell’individuo.

Tra le parti coinvolte del cervello, l’insula svolge un ruolo fondamentale e gli studi del neurobiologo  Budd Craig sono illuminanti al fine di comprendere in quale modo. Budd, ha evidenziato che la corteccia insulare destra risponde in situazioni particolarmente stimolanti, mentre quella sinistra, al contrario, in situazioni quiete rispetto a un determinato ambiente.

Da questo ne consegue che lo spazio circostante può indurre attività parasimpatica (attraverso il rilassamento) o simpatica, attraverso un maggiore consumo di energia. La definizione di questa scoperta è importante perché stabilisce la veridicità degli effetti che un ambiente può produrre, se stimolanti o rilassanti.

La correlazione tra psicologia e architettura risulta evidente: la collaborazione del progettista e dello psicologo possono creare utili risultati per migliorare il benessere e le attività umane negli ambienti architettonici più diversificati. Quando si hanno in mente dei progetti personali, piccoli o grandi che siano, è importante tenerne conto così da essere sempre al passo con le proprie emozioni.